È sotto gli occhi di tutti che la formazione ricopre un ruolo decisivo nelle organizzazioni, soprattutto quando si attraversano scenari economici e sociali caratterizzati da incertezza e profondi cambiamenti. Le imprese che poi vogliono percorrere la strada della sostenibilità e del benessere non possono non mettere al centro della propria strategia, ancor di più, il ruolo della formazione. Naturalmente mi riferisco a quelle organizzazioni che accolgono l’idea di «sostenibilità integrale», che comprende anche la dimensione sociale e che invita a riscrivere pratiche e processi per costruire «lavoro dignitoso» per le persone.
Perché? Quali opportunità offre la formazione per accompagnare con efficacia la realizzazione di questa visione?
Un elemento su cui costruire lavoro sostenibile
Innanzitutto l’investimento in formazione risponde ad un bisogno delle persone: essere all’altezza delle sfide poste dalla trasformazione dei modelli organizzativi e dalle innovazioni tecnologiche.
Da questa prospettiva, per le imprese significa promuovere l’occupabilità dei lavoratori, rendendo sostenibile nel lungo periodo il loro portafoglio di competenze e la loro professionalità. È allora evidente che gli investimenti in formazione generano impatto positivo non solo per i singoli e per le organizzazioni, ma anche per la società intera che potrà contare su una forza lavoro sempre più competente e preparata.
Certo, si tratta di investimenti che richiedono ascolto, impegno e capacità di progettazione, oltre che il coinvolgimento di più persone, ma è proprio qui che risiede una delle funzioni più significative del contributo dei team HR: accrescere il capitale umano. Da questa prospettiva, lasciano ben sperare alcuni dati dell’ultimo report Zucchetti che evidenziano una tendenza in continua crescita che si registra nelle organizzazioni riguardo l’introduzione di nuove metodologie di apprendimento continuo tramite e-learning.
La ricerca segnala anche un altro aspetto di interesse, ossia che le attività di formazione stanno svolgendo non solo un ruolo di upskilling, ma anche di strumento per accrescere autonomia, coinvolgimento e i livelli di benessere organizzativo percepito. Insomma, se davvero si vuole costruire organizzazioni e lavoro sostenibili non si potrà prescindere dalla realizzazione di investimenti continuativi nei confronti delle persone. La formazione allora rappresenta uno tra i più importanti fattori di sostenibilità sui quali fondare la propria strategia, e spetterà innanzitutto alle funzioni HR presidiare e coltivare tale attività con rinnovata cura.
Contribuire allo sviluppo della comunità
Assumere la prospettiva dell’organizzazione e del lavoro dignitoso e sostenibile ci propone poi un’ulteriore riflessione. La formazione, se letta attraverso queste lenti, non sarà solo un’attività utile ad accompagnare le persone nella trasformazione, a rendere employable la loro occupazione o più interessanti i loro profili professionali. Sarà anche altro. Rappresenterà una leva strategica per ricercare e sostenere un cambiamento più profondo della società e offrire una risposta alle sue esigenze. Le imprese infatti, impegnandosi nell’allenare i propri collaboratori alla costruzione di una mentalità capace di rispondere positivamente ai bisogni indotti dalle trasformazioni tecnologiche, organizzative e di business, contribuiscono allo sviluppo dell’intera comunità, garantendone crescita culturale e sociale. Le pratiche di formazione per esempio sollecitano apprendimento continuo e generano collaborazione e autonomia, atteggiamenti e competenze che rispondono sempre più a un fabbisogno dell’intera società, non solo dell’economia.
Le organizzazioni possono così diventare anche luoghi di cultura e di socialità, nei quali contribuire alla formazione e allo sviluppo di persone, lavoratori e cittadini, come pensava Adriano Olivetti.