Cogliere l’opportunità
La sostenibilità è una straordinaria opportunità per ripensare il modo attraverso cui produrre e distribuire beni e servizi. Ma non solo. Invita ad impegnarsi nella costruzione di un mondo diverso. Un mondo in cui l’umano, la Natura e il Pianeta siano rispettati. Alcuni lo considerano una nuova forma di capitalismo sostenibile. Così, dopo il «capitalismo manageriale» e quello del «valore per gli azionisti» (E. Sassoon) è il tempo del «capitalismo inclusivo e sostenibile» come auspica Larry Fink. Tutto ciò richiede un cambiamento che tocca ogni aspetto della vita. Per questo la sostenibilità ha bisogno del contributo della politica, dell’educazione, del lavoro e delle nuove generazioni. Lascia immaginare una radicale trasformazione del «fare impresa e management», ponendosi come la sfida più significativa anche per le direzioni HR. Non bisogna perdere l’opportunità: occorre cogliere i nessi più profondi tra sostenibilità e contributo che la funzione HR può dare per una società migliore.
La sostenibilità non può essere fatta a pezzi
La sostenibilità non è una “tecnica” per imbellire il posizionamento dell’impresa e strizzare l’occhio ai giovani e ai consumatori più attenti. Non è la ricerca superficiale di collegamenti tra quanto si realizza e i Sustainaible Development Goals dell’Agenda 2030. Il paradigma della sostenibilità ha natura antropologica prima ancora che economica. La sostenibilità non può essere fatta a pezzi e servita in più portate: o è «integrale» o non è. Altrimenti, non potrebbe camminare al passo delle sfide che questo secolo impone. Le imprese che si accontentano di una «sostenibilità zippata» sarebbero destinate a uscire dal mercato. Accogliere il paradigma della sostenibilità integrale significa contribuire al bene comune, implementare una mentalità che passi dalla postura dell’io a quella del noi. Questa è un’esigenza molto sentita: CEO, Executive e HR lanciano appelli a manager e collaboratori perché promuovano comportamenti cooperativi, abbattano interessi di bottega e premino il contributo di team.
Gli atteggiamenti verso la sostenibilità
La sostenibilità è un’opportunità per quanti si occupano di people management. Le ragioni sono molteplici. Dialogando con colleghi di diverse imprese, però, sembra che la sostenibilità non sia percepita come una leva per riappropriarsi di un purpose in molti casi avvizzito. La sostenibilità, piuttosto, è percepita come leva di altri. Le si volge uno sguardo dubbioso, quello di chi pensa che sia un approccio distante anche culturalmente dall’HR. Una sorta di corpo estraneo. Ci si domanda quale contributo potrebbe dare l’HR. Altre volte invece ascoltiamo affermazioni come queste: «da sempre siamo sostenibili, abbiamo progetti e pratiche di diversity & inclusion, sosteniamo iniziative che coinvolgono i dipendenti in vista dell’obiettivo plastic free, di recupero di materiali e tanto altro».
Un nuovo laboratorio organizzativo per la funzione HR
Occorre cambiare passo. La sostenibilità offre un’occasione di riscatto per affermare l’idea che le persone fanno la differenza, che esse sono un fine e non un mezzo; per tornare all’essere umano e per umanizzare il lavoro (Schawbel, 2018, McKinsey, 2021). Bisogna cogliere allora questa opportunità con nuovo slancio, capace di aggregare energia e programmi. È finita l’epoca delle iniziative spot per strizzare l’occhio al mercato: occorre che l’HR disegni un framework che indichi la direzione del lavoro dei prossimi anni e si assuma la responsabilità di accompagnare la trasformazione. Qual è il lavoro che l’aspetta? Costruire una cornice di senso entro cui collocare politiche, pratiche e indicatori di impatto del people management. Si tratta di un lavoro che va progettato ricercando il coinvolgimento dei collaboratori. La sostenibilità, insomma, è il nuovo «laboratorio organizzativo» che questo tempo offre a quanti hanno la responsabilità di ispirare e governare il lavoro altrui.
Per informazioni puoi scrivere a: conversazioni@peoplemanagementlab.it oppure direzione@peoplemanagementlab.it